Sei in > formaggio.it > News > Economy > Mercato italiano giù, il Consorzio del Parmigiano investe 2 milioni

Preoccupano i consumi in calo. Le misure: sostegno alla vendita nella Gdo, controlli sul grattugiato e verifica dei piani di regolazione dell’offerta

Il Consorzio di tutela del Parmigiano Reggiano continua a mettere in campo azioni per controbattere la crisi. Prima il ritiro di 90mila forme di produzione 2013, oggi nuove misure per rilanciare un mercato italiano molto debole e che negli ultimi sette mesi ha registrato un calo delle quotazioni all’origine del 15%: da 9,12 euro/kg del gennaio a 7,76 euro/kg di questi giorni. 
Quindi, rafforzamento dei sostegni alle vendite nella grande distribuzione, intensificazione dei controlli sul grattugiato e verifica dei livelli previsti dai piani di regolazione dell’offerta, che nei prossimi mesi potrebbe determinare una riduzione degli obiettivi di produzione previsti per il 2015.

“Si tratta per lo più – spiega a Il Sole 24 Ore il presidente del Consorzio, Giuseppe Alai – di interventi urgenti di mercato accompagnati comunque da misure che guardano oltre l’attuale situazione  congiunturale e tengono conto del perdurare di una crisi economica che ha determinato non solo una flessione degli acquisti interni dei formaggi duri,  ma anche un calo del prezzo. L’obiettivo è di sostenere i consumi e di  garantire ulteriormente i consumatori rispetto alla qualità del grattugiato, con nuovi strumenti che  ci consentono di individuare la presenza di formaggi ottenuti  dal latte di bovine alimentate con insilati, e quindi diversi  dal Parmigiano Reggiano”.

Per tutte queste azioni (approvate dall’assemblea dei caseifici con  297 voti favorevoli e 6 contrari), il Consorzio investirà oltre 1,9 milioni di euro, utilizzando per fini anti-crisi il residuo  dei contributi straordinari messi a disposizione dai caseifici  per gli interventi di mercato legati al sisma del 2012.
“Con questa serie di iniziative – conclude Alai – gli  interventi del Consorzio a favore della promozione e della  tutela dei redditi dei produttori raggiungono il più alto livello dalla nascita dell’ente, sfiorando i 15 milioni di euro”.

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