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La ricerca di informazioni sui prodotti passa sempre di più dal web. I consumatori creano movimenti on line. La rete è diventata affidabile e utile

di Giovanni Bertizzolo

Consumatori & internet, il rapporto si fa sempre più stretto, consequenziale addirittura. Costringendo il mondo dei produttori caseari a confrontarsi con una realtà esplosa fragorosamente e che, in molti casi, li trova ancora del tutto impreparati. Un po’ alla volta, ma sistematicamente, la Rete sta sconvolgendo le regole, sta demolendo certezze apparentemente consolidate, sta aprendo strade inesplorate. Stiamo parlando di futuro. Un futuro che è già qui.

Un futuro capace di generare movimenti. Come quello dei cosiddetti foodies.
Sono ben 4 milioni e mezzo in Italia. Un vero esercito che cresce al ritmo di 250.000 persone l’anno. E sono al centro della rivoluzione silenziosa fotografata dalla prima ricerca sul mondo dei neoappassionati del food & drink voluta da Negroni, il celebre brand della stella.
Un movimento che è nato e si alimenta (scusate il gioco di parole…) con la Rete. Per i foodies, infatti, internet e il passaparola sono una fonte d’informazione più importante della tv (ed è tutto dire…).
Se devono scegliere un locale, per fare un esempio, si fidano più delle informazioni scambiate in Rete che dei giudizi dei critici e delle Guide. Fanno tendenza, sono una tendenza.

Giriamo pagina. Dopo esserci occupati dello sviluppo del commercio on linee dei prodotti caseari (tema sul quale torneremo), entriamo nel merito di una questione dove internet già oggi influenza pesantemente il comparto: il suo impiego come fonte d’ informazione.
Vado su Google e digito la parola chiave che mi interessa. Una ricerca che facciamo spesso, sovente, addirittura quotidianamente. Diventata ormai prassi.
Entriamo nello specifico. Uno studio Shopper Ipsos effettuato nello scorso mese di febbraio ha scandagliato il rapporto tra consumatore e alimentazione, intervistando responsabili acquisti dai 25 ai 65 anni: 80% donne, 20% uomini.

Dalla relazione emerge che il 20% degli intervistati cerca informazioni sui prodotti partendo da internet (viaggi e biglietti aerei sono i servizi più cliccati, con il 60%). Come lo fa? In ordine di gradimento: attraverso i motori di ricerca, i web site delle aziende, i web site delle insegne, la pubblicità on line e i social media. La fonte di informazione più impiegata resta l’etichetta del prodotto. Sacra anche quando mente. Attenzione, però, pure qui ci mette becco il digitale. L’etichetta, guarda caso, viene sempre più letta col mobile attraverso il QR code (laddove c’è…).

E non è finita. Anzi. Il bello viene dopo, a informazioni on line pervenute, visto che il 50% dei casi vanno a buon fine. Cioè sono seguite da un acquisto. Significa che internet viene ritenuto attendibile e affidabile dal consumatore. Significa che i produttori dovrebbero prendere sul serio questi segnali in arrivo.

Siccome per scrivere quest’Editoriale siamo andati alla ricerca di dati, eccone un altro di interessante e, per certi versi, destabilizzante, foriero di un vento nuovo. Per chi non lo conoscesse, PromoQui è il principale motore  di ricerca italiano delle offerte presenti su cataloghi e volantini distribuiti in tutta Italia, di qualsiasi merceologia. E’ un aggregatore delle migliori proposte commerciali offerte dalla Gdo. Il totem delle promozioni territoriali. Ebbene, PromoQui ha stilato la top ten delle keyword più usate dai suoi utenti.
Voilà la classifica: al primo posto “cellulari”, al secondo “elettrodomestici”, al terzo “pannolini”, al quarto “formaggi”.

Lasciamo agli analisti l’esame degli aspetti sociali (soprattutto in un momento di crisi come quello attuale) che implica la graduatoria. Non avevamo però mai visto i prodotti caseari accompagnarsi a tanto bailamme. E, soprattutto, non eravamo abituati a constatare una loro leadership alimentare.
Tutta colpa del web.
Meditate gente, meditate…

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