Sei in > formaggio.it > Aldo Lissignoli > Formaggio e Carnevale: gusto nel gioco o gioco di gusto?

Siamo nel vivo del Carnevale. Il formaggio partecipa a tutte le manifestazioni folkloristiche o viene relegato in altri ambiti? La risposta a questo quesito potrebbe risultare insolita a molti, tuttavia  il formaggio entra a pieno titolo nel Carnevale non solo in ambito gastronomico, ma anche dal punto di vista ludico.

Nel corso dei secoli, il Carnevale è stato un valido mezzo di sfogo sociale, un lasso di tempo in cui ogni ceto festeggiava e partecipava a giochi pubblici e feste. Seppur con mutata funzione, anche oggi giochi, scherzi e colori animano questi giorni facendo divertire piccoli e grandi.

Tuttavia è proprio nell’atto ludico che il formaggio diventa in alcune regioni il vero protagonista del Carnevale. La Ruzzola è infatti un gioco pubblico che viene svolto durante questi giorni e vanta molti partecipanti. A Pontelandolfo (Benevento), per esempio, si svolge annualmente il torneo della Ruzzola del formaggio. Le origini di questo gioco sono antichissime e si fondono con la civiltà etrusco. Consiste nel lanciare più lontano possibile una forma di formaggio con uno spago arrotolato. Sebbene non sia definibile con certezza la funzione di tale pratica ludica, vari autori, tra cui Gustavo Burat (Stezzano 22 maggio 1932 – Biella 8 dicembre 2009), ipotizzano che sia un rito apotropaico di protezione delle mandrie dalla cattiva sorte e quindi fortemente legato alla transumanza e all’ancestrale rapporto uomo-natura.

Ma la presenza del formaggio e dei prodotti derivati dal latte nel Carnevale non finisce qui: è indubbio come essi rientrino nelle preparazioni gastronomiche di alcune regioni.
In molti luoghi troviamo infatti le frittelle di Ricotta, delicata variante delle frittelle tradizionali, molto più soffici grazie all’aggiunta del citato prodotto. In Sardegna, poi, è presente una variante molto curiosa di questa preparazione, chiamata arrubiolus: frittelle di formaggio e miele, anticamente tipiche della cultura longobarda e bizantina, che rivivono nella cucina sarda del periodo di carnevale. La matrice linguistica rimanda al colore rosso, dato dal tuorlo d’uovo e dall’uso dello zafferano, a cui vengono aggiunti tutti i profumi degli agrumi. I ravioli dolci, preparazione in cui rientrano formaggio o Ricotta, sono tipiche di molte località italiane, non solo del Sud ma anche del Centro e del Nord, come l’Abruzzo o il Veneto.

L’utilizzo del formaggio nei dolci di Carnevale è un’abitudine che non tutti conoscono ma che è fortemente radicata nella cultura gastronomica del nostro Paese, essa documenta la maestria di generazioni di persone, nostri antenati, che seppero declinare i pochi prodotti disponibili in innumerevoli varianti, non solo per la vita di tutti i giorni ma anche i momenti importanti dell’anno liturgico e civile.
La Ruzzola, poi, è un chiaro esempio di come il formaggio nel corso del tempo si sia consolidato non solo nelle abitudini gastronomiche, ma anche nel tessuto sociale, comprensivo di pratiche ancestrali che hanno accompagnato (e lo fanno anche oggi), in diversi modi, la popolazione del nostro Paese
Basta per convincervi che la cultura passa anche da una forma di formaggio?!

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