Sei in > formaggio.it > Michele Grassi > Formaggi mortali non ce ne sono, sarei già defunto

A Canale 5, dopo il TG delle 13, c’è un’interessante rubrica dal titolo “L’indignato speciale” Il giornalista presenta casi per i quali anche l’ascoltatore ha diritto di indignarsi.  Io sono uno di quelli, ovvero uno degli indignati. 

Ma non per un caso tratto da Canale5, bensì per una trasmissione televisiva di tutto rispetto come Kilimangiaro. In questa trasmissione, i conduttori, Camila Raznovich e Dario Vergassola, non presentano casi strani, ma permettono al telespettatore di entrare in mille mondi della natura della scienza, dell’alimentazione. Una trasmissione bella e interessante, ma con un’eccezione. Sabato scorso, durante la trasmissione, Vergassola ha presentato, in modo burlesco, modo che lo contraddistingue, i “7 cibi più pericolosi del mondo” (testuale titolo nella trasmissione dell’11 gennaio).

Ha iniziato dal pesce palla, al 7° posto, per le caratteristiche estremamente pericolose, presenti nei suoi organi che pare contengano un veleno 12.000 volte più potente del cianuro. Ed eravamo solo al 7° posto…  Poi Vergassola è passato a presentare un frutto giamaicano, poi una rana gigante la cui pelle trasuda veleno, tanto da essere immangiabile se non dopo essere stata lavata da tre piogge.  L’esposizione è poi passata attraverso la manioca, le cui foglie contengono cianuro. Al terzo posto, un certo tipo di carne di squalo. Quindi, giunti alla seconda posizione, un nuovo alimento tra i più pericolosi al mondo è stato presentato così: “Una cosa fantastica di casa nostra” “Il formaggio più pericoloso del modo” “se non ci ammazzano le larve ci ammazza il colesterolo”. Il formaggio in questione era il Casu Marzu.

Alla presentazione dell’alimento secondo in classifica per pericolosità sono sobbalzato. Il Casu Marzu, il formaggio sardo la cui principale caratteristica è la presenza di vermi, quegli esserini che si nutrono appunto del formaggio e che lo rendono decisamente interessante.
“Tutto si basa sulla deposizione delle uova della Piophila casei, ovvero della mosca del formaggio, sulla relativa nascita delle larve e, di conseguenza, sulla loro azione all’interno della pasta del formaggio”.  Questa è la descrizione del formaggio in questione in formaggio.it.

Vorrei capire il sarcasmo e anche l’effetto che può fare questo formaggio sul neofita. Lo sono stato anch’io, lo confesso. Ma inserire in una lista di cibi mortali (chi l’ha redatta?) un formaggio tradizionale, censito nelle liste dei P.A.T. (Produzioni Agroalimentari Tradizionali) della Sardegna, mi pare proprio un’offesa per coloro che da secoli si cibano, si vantano, a ragione, di questo formaggio e sono morti di vecchiaia.

Firmato
Un indignato

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