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Un dolce dagli aromi ineguagliabili

 

di Michele Grassi

Non capita spesso di entrare in un ristorante e trovare un menù del tutto dedicato ai prodotti tradizionali del territorio e tanto meno con i prodotti caseari.

Entrando nel ristorante del residence Roanerhof si respira immediatamente aria di estrema accoglienza e si annusa un lieve sentore di cose buone.

Siamo a 1700 metri sul mare immersi nelle montagne con il gruppo della Vetta d’Italia a vista, la neve risplende nella notte stellata e il freddo non manca certamente. Un freddo asciutto che non disturba ma che t’impedisce di rimanere troppo all’aperto.

Entrando, Annelise fa da anfitrione e immediatamente ti propone il modo di riscaldarti offrendoti un buon grappino aromatizzato al cirmolo, che, visto l’orario, diventa l’aperitivo.

Infatti subito dopo ci accomodiamo nella saletta pronti alla cena e, sia io sia Roberto, non abbiamo idea di cosa ci verrà proposto.

Siamo ad Acereto in una balconata naturale che ci permette di vedere la sottostante valle Aurina che prima sale verso nord e poi svolta a nord-est fino a concludere la sua strada sotto le pendici della Vetta d’Italia.

Mai così a nord, della nostra bella Italia, ero stato per portare un po’ di cultura casearia.

È Giovanni a servirci la cena, che inizia con un antipasto di salumi locali accompagnati da un ricciolo di ottimo burro che anticipa altri prodotti della terra altoatesina. Segue un primo piatto di “casunzei” li chiamo così perché non siamo riusciti a interpretare bene il loro nome tedesco, ripieni di patata e conditi con una salsetta di Graukase il formaggio grigio, tipico delle montagne sud tirolesi e austriache.

“In passato, quando le donne producevano questo formaggio dal latte magro inacidito, le muffe che si formavano erano grigie, da qui il nome. Si faceva nelle malghe più povere, dove era necessario recuperare tutto il grasso del latte e dove mancava addirittura il caglio.”

Ancora oggi il formaggio si fa senza uso di caglio, sfruttando la forza naturale dei batteri lattici.

Una salsa eccellente dagli odori incredibili che però non ricordano la forza e l’elevata aromaticità del formaggio in purezza. Un piatto che fa sicuramente onore al cuoco. La cena continua con un secondo piatto la cui carne è locale, delle vacche di proprietà del gestore del residence. Ma la parte assolutamente di eccellenza riguarda il dolce, inusuale ma tipico per i suoi ingredienti. Una sorta di gnocco sferico la cui pasta è composta da patate e ricotta, locale naturalmente, ripieno con una confettura casalinga di mirtilli. Ma la sorpresa è la ricopertura, il condimento, l’insaporimento, vedete un po’ voi come definirla, fatta con burro fuso chiarificato e granella di nocciola, il tutto ben caldo.

Un piatto di eccellenza che fa sognare.

Questo del  Roanerhof è un bell’esempio di accoglienza tipica, in un luogo come tanti del Paese, per la giusta valorizzazione dei prodotti del territorio, soprattutto quelli derivati dalla trasformazione casearia, offrendo all’avventore una selezione, curata, preparata, con tutti i carismi dell’arte culinaria che non solo consente di esaltare gli aromi e gli odori del piatto di portata ma permette di rilevare ogni singolo ingrediente, nel nostro caso la ricotta, il formaggio, il burro, il tutto condito con simpatia, accoglienza e professionalità.

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