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Capro espiatorio della Terra dei Fuochi. Notizie distorte e manipolate. Danni d’immagine immensi. E ora è accanimento…

di Giovanni Bertizzolo

Viviamo anni in cui tutto è mediatico. Laddove l’informazione conosce nuovi e controversi sviluppi. Internet ci ha cambiato la vita, non poteva non cambiare anche l’informazione. Diciamo che l’ha sconsideratamente amplificata. Improvvisamente ci ritroviamo più informati, ma anche più indifesi. Nel senso che non riusciamo più a capire quando un’informazione è credibile e quando non lo è. Quando è manipolata e quando non lo è. Quando è strumentale e quando non lo è. Sostanzialmente, quando è corretta e quando non lo è. L’informazione nell’era di internet è così: è deflagrata, è usufruibile, ma è anche più distorta, a causa della massificazione e della sofisticazione degli strumenti impiegati. Un’informazione che miete vittime sacrificali.

Una di queste è la Mozzarella di Bufala Campana. Sul caso della Terra dei Fuochi si è scritto tutto e il contrario di tutto. Ma della Mozzarella si è sempre scritto male. Indagini giudiziarie strombazzate quando invece avrebbero richiesto almeno un po’ di cautela, luoghi comuni, notizie distorte, smentite mai apparse a fronte di falsità sbattute in prima pagina.
Quanto è costato in termini economici tutto questo l’abbiamo già detto (http://www.formaggio.it/news/caso-terra-dei-fuochi-a-farne-le-spese-e-lexport-della-mozzarella-di-bufala/): quasi 57 milioni di euro in meno di export. Una cifra pazzesca, che consentirebbe di stare per un anno intero sui principali network mondiali.

Tanto per mettere le mani avanti, va detto che gli operatori campani della Mozzarella non hanno fatto molto per aiutarsi. Le vicende della Terra dei Fuochi non hanno fatto altro che certificare l’incapacità di fare squadra tra produttori di latte e trasformatori, con i primi che accusano i secondi di barare e di usare latte non previsto dal disciplinare.

Di conseguenza, l’informazione ha avuto campo aperto per caricare a testa bassa. Lo ha raccontato in un’intervista al quotidiano campano Il Mattino qualche mese fa il commissario dell’Istituto Zooprofilattico di Portici, Antonio Limone (http://www.ilmattino.it/mangiaebevi/lenews/rischi_con_la_mozzarella_meno_del_pesce_importato_dalle39estero/notizie/950319.shtml). Riassumendo, nel corso della preparazione di una puntata sulla Mozzarella di Servizio Pubblico, il programma di Michele Santoro, gli fu chiesto di analizzare dei campioni di prodotto prelevati nei pressi delle aree a rischio. Quando emersero dati fossero perfettamente conformi ai limiti di legge, venne deciso di non mandare in onda nulla.

Poi c’è la questione della brucellosi. Da quasi dieci anni in Campania è sotto gli standard italiani ed europei e a nulla vale l’osservazione che il latte per Mozzarella non presenta alcun rischio, anche se prodotto da un animale malato, in quanto il processo di pastorizzazione (indispensabile per produrla) uccide ogni batterio.
Insomma, ci hanno propinato in tutte le salse servizi giornalistici non troppo preoccupati di fornire il quadro esatto del settore.
Intanto, la Mozzarella paga, in senso metaforico. E pagherà. Perché la situazione non accenna a cambiare. Anzi, sta delineando i contorni dell’accanimento.

Stanno cercando di far fuori una delle dieci Dop più importanti d’Italia. Chi le vuole tanto male?

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