Sei in > formaggio.it > News > Consumer > L’Editoriale / Àmati!, il progetto che cura le malattie col cibo. E i formaggi…

A “Franciacorta in bianco” Marzio Nocchi e Silvio Spinelli hanno approfondito la loro “terapia” salutistica che pone al centro il mangiare bene

di Giovanni Bertizzolo

E’ stato un week end trionfale per “Franciacorta in bianco”. Annunciato dalla “beatificazione” del grande Roberto Perrone venerdì scorso sul Corriere della Sera, nella rubrica Sapori & amori. La manifestazione bresciana, nel cuore di un territorio vocato a un’attività vinicola di grande successo, ha richiamato 80 produttori caseari provenienti da tutta Italia, ma ha registrato il pienone anche in occasione degli showcooking, delle degustazioni e dei dibattiti.

Mi preme evidenziarne uno, di dibattito, data la sua particolare valenza salutistica. Perrone lo aveva presentato così: “Il formaggio verrà assolto dall’accusa di alimento-killer. Non fa impennare il colesterolo e, stagionato, è particolarmente adatto agli intolleranti al lattosio”.
Oggi pomeriggio i contenuti del dibattito hanno mantenuto fede alle aspettative. Marzio Nocchi e il dottor Silvio Spinelli hanno parlato di “Formaggio, il cibo per tutti: dai prodotti senza lattosio ai formaggi con caglio vegetale”.

In pratica i due hanno ricalcato i temi salienti di un progetto che stanno portando avanti insieme: Àmati! Un progetto meritevole. Curare le malattie con il cibo. Concetti salutistici inediti che hanno dato vita anche a una nuova agricoltura.  
Intanto vediamo chi è Marzio Nocchi. Imprenditore originario di Lecco, oggi risiede a Bergamo. Fino a una ventina di anni fa si occupava di tutt’altro. Era stato, con il padre, il fondatore della Nolan, azienda leader nella produzione di caschi per motociclisti. Finché decise di vendere tutto è di dedicarsi alla medicina, inventando un sistema per curarsi mangiando. Mangiando bene.

Incredibile, inverosimile? No, tutto vero. Per secoli condannati a sottostare a un’efferata legge della natura per cui, quando siamo malati, dobbiamo infliggerci l’ulteriore sofferenza di nutrirci con pastine, semolino o, se va bene, riso in bianco, Nocchi ha scombussolato le carte in tavola proponendo un’alternativa controcorrente: mangiare bene per star bene.
Una filosofia che ha dato vita ai Functional Point: in Italia, Gran Bretagna, Stati Uniti e Sudafrica offrono test diagnostici del tratto gastro-intestinale proponendo terapie sempre naturali. Adesso il progetto è giunto allo step 2. Nocchi, con la figlia Flaminia, aprirà dei ristoranti targati Àmati! e chiamati Papillarium. Il primo sarà inaugurato entro fine anno in via Boscovich, a Milano.

Ennesimo invito a volersi bene. Luoghi in cui si potranno trovare prodotti biologici, controllati alla fonte e provenienti da un’azienda agricola di Bettola, nel Piacentino.
In questa azienda vengono prodotti, tra le altre cose, formaggi caprini (200 le capre allevate) che possiedono proprietà molto simili a quelli del latte materno, creando generalmente meno problemi dal punto di vista delle intolleranze ai latticini vaccini e importanti perché ricchi di proteine quali caseine e sieroproteine. Sì, avete capito bene: i formaggi come terapia per star bene. Mai vista prima una cosa del genere.

Nei Papillarium verranno serviti solo piatti gustosi, sfatando il credo che la cucina salutista debba essere cattiva. Il tutto sarà seguito da un executive chef, Angelo Biscotti, e da un medico nutrizionista, Silvio Spinelli, appunto, che garantirà l’abbinamento salute-gusto. Peraltro, Spinelli è autore anche del libro Àmati! E ammonisce “Il cibo è un potente farmaco e, se preparato male, il veleno più letale a disposizione dell’uomo”.
Alla base di tutto c’è la valorizzazione del concetto di qualità.
Mangiare bene, per stare bene. Con i formaggi a dire la loro. Finalmente cominciamo a ragionare…

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