Sei in > formaggio.it > News > Consumer > La top ten della “puzza Made in Italy che piace” secondo Coldiretti

I formaggi occupano le prime sei posizioni nella particolare classifica presentata all’Expo. Svetta il Puzzone di Moena

Dal Puzzone di Moena al Marcetto teramano, ma anche il Bruss del Piemonte, lo Strachitunt della Lombardia e il Blu di pecora dell’Abruzzo. I formaggi sono le star della hit parade della “puzza che piace” stilata dalla Coldiretti e messa in mostra all’ Expo nel suo padiglione.

Nell’Olimpo delle specialità Made in Italy più puzzolenti – sottolinea Coldiretti – ci sono cibi fortemente rappresentativi della cultura, della tradizione e del territorio nazionale caratterizzati da un odore potente e pungente che ne esalta la distintività, ma che è anche il risultato di specifiche proprietà come l’aglio di Sulmona, la cipolla di Cannara, il tartufo, la colatura di alici della Campania. Con questa iniziativa, la Coldiretti dà il via a Expo alle gallerie dei prodotti rappresentativi dei territori che a rotazione saranno nel padiglione.

A prevalere nella speciale lista della “puzza che piace” sono però senza dubbio i formaggi, che occupano le prime sei posizioni della top ten.
“Il Marcetto teramano – riferisce la Coldiretti – è una crema di Pecorino, mentre non lascia dubbi sulle proprietà caratteristiche il Puzzone di Moena, prodotto soprattutto dalla vacche della Val di Fassa, la cui crosta rimane sempre unta e favorisce il riprodursi di una flora batterica che gli conferisce il sapore inconfondibile e il colore rossiccio caratteristico.

Se il Blu di pecora abruzzese è uno straordinario Pecorino erborinato da consumare con pane casereccio e noci, l’odore e il sapore che caratterizzano lo Strachitunt sono dovuti alla presenza di una microflora di batteri lattici che, producendo una notevole quantità di gas, favoriscono la formazione di sacche d’aria nel formaggio, le quali sono indispensabili per lo sviluppo di lieviti e muffe, responsabili del tipico sapore. Il Bruss è una crema prodotta con pezzi di formaggio riciclato e ricotte inacidite messi a macerare in recipienti di terracotta, che un tempo venivano esposti al sole e a cui viene aggiunto latte ovino mentre la ricotta Asquanta è di consistenza morbida, cremosa e spalmabile deve il suo nome al termine dialettale pugliese che significa “forte”, “scottante”, perché molto piccante ed ha un odore pungente ed intenso di latte di pecora”.

Ecco, secondo Coldiretti, la top ten della “puzza made in Italy che piace”: Puzzone di Moena; Marcetto teramano; Bruss del Piemonte; Strachitunt della Lombardia; Ricotta Asquanta della Puglia; Blu di pecora dell’Abruzzo; Colatura di alici della Campania; Tartufo; Aglio di Sulmona; cipolla di Cannara

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