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Il formaggio italiano è talmente Italiano, che neppure la contraffazione più accurata riesce ad imitarlo.  I casari del nostro paese trovano tanto naturale fare il loro formaggio tradizionale che molto spesso adottano tecniche di una semplicità incredibile e ne ottengono eccellenze formidabili.
Mi capita spesso di ascoltare il consumatore, magari in occasione di degustazioni o momenti didattici, affermare le proprie esperienze in viaggi all’estero dove la possibilità di mangiare italiano è praticamente nulla.
In molti stati, anche europei, vige la consolidata tradizione di proporre allo straniero il prodotto gastronomico tipico magari accompagnato da singoli prodotti frutto dell’agricoltura. Se si parla della Francia, ad esempio, nei ristoranti viene sempre somministrata una buona dose di formaggi noti per la loro freschezza e “bianchezza”.
Al contrario, in Italia, nei ristoranti spesso il formaggio non c’è proprio, non viene proposto e, peccato, non è proprio conosciuto.
Ho scritto spesso “dell’ignoranza” del consumatore italiano riguardo il nostro alimento preferito, che davvero è il preferito, ma anche il grande sconosciuto.  Se davvero all’estero fanno di tutto per vendere il formaggio, magari esagerando nel decantarne la qualità, riuscendoci bene, in Italia, sempre al contrario, abbiamo un prodotto eccezionale sotto tutti gli aspetti, ma non conosciamo bene le regole del mercato e quindi stentiamo a venderlo soprattutto ad esportarlo. 
Il formaggio italiano è talmente Italiano, che neppure la contraffazione più accurata riesce ad imitarlo. 
I casari del nostro paese trovano tanto naturale fare il loro formaggio tradizionale che molto spesso adottano tecniche di una semplicità incredibile e ne ottengono eccellenze formidabili.
Ma il formaggio tradizionale viene venduto quasi sempre nel luogo di produzione, rimanendo quindi sconosciuto alla maggioranza dei consumatori italiani, pensiamo quindi a quelli stranieri.
Il fatto però che noi italiani non siamo bravi venditori, non significa altro che ciò, perché se non siamo afferrati in questo campo, lo siamo per la qualità del formaggio che produciamo.
Se si discute di formaggi DOP, non vi sono dubbi che tale denominazione ne garantisce la provenienza, ovvero il luogo dove sono prodotti e confezionati, ne garantisce anche la sicurezza alimentare che inizia dal latte di origine. Ma non pensiate che se un formaggio non ha denominazioni non sia sinonimo di sicurezza, anzi, i controlli che vengono effettuati periodicamente dagli Enti preposti, sono tanto rigorosi quanto a volte eccessivi, ma va bene così.
La sicurezza alimentare, che non riguarda solo in formaggi, ci fa primi in assoluto rispetto agli altri paesi, ed è per questo che dobbiamo sfatare le varie dicerie che denigrano spesso il piccolo caseificio, la piccola azienda agricola, la malga alpina e il formaggio del pastore.
Nulla è più lasciato al caso, la conoscenza sempre maggiore dell’operatore caseario nei confronti del latte e di conseguenza del formaggio, fa si che il prodotto della trasformazione sia di grandissima qualità e di eccellenti proprietà organolettiche.
Non abbiamo nulla da invidiare al formaggio di qualsiasi Paese.
In Italia abbiamo le certificazioni necessarie per dimostrare che il formaggio, prodotto dell’agroalimentare, è il migliore al mondo, e non dobbiamo assolutamente ricercare nel formaggio estero le eccellenze.
Le abbiamo tutte in Italia.

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