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Mi piace parlare di formaggi poco conosciuti, come il Valle d’Aosta Fromadzo D.O.P., che sono all’ombra di quelli che hanno grande forza produttiva e alle spalle organizzazioni capaci di pubblicizzare il loro prodotto.

Il formaggio in questione dal nome eloquente, che dichiara chiaramente la sua origine, è un formaggio molto antico e si identifica fra i formaggi d’alpe. Da sempre è alternativo alla più nota Fontina D.O.P. essendo, lo stesso, a pasta semigrassa o a basso contenuto di grasso, che è la sua principale caratteristica , ovvero quella di essere fatto con latte munto nelle ultime 12-24 ore per ottenere un formaggio a pasta semigrassa e fra 24 e 36 ore per la tipologia a basso contenuto di grasso. Uno dei pochi formaggi magri esistenti in Italia. 

Lo scopo primario per cui si produceva Fromadzo, nome di chiara radice francofona, era quello di recuperare il grasso per fare il burro, molto importante nell’alimentazione di una volta. Chiaramente oggi il burro non è più tanto ricercato ma il Fromadzo continua comunque la sua storia.

Per farlo al latte crudo di vacca è possibile aggiungere latte caprino ma in percentuali molto basse, a riprova della storia di questo prodotto che vedeva le vacche accompagnate al pascolo da poche capre. Il formaggio, la cui pasta in caseificazione viene semicotta, si potrà consumare dopo 60 giorni ma la sua stagionatura potrà arrivare anche a 10 mesi.

La pasta del Fromadzo è senza dubbio interessante, merito della buona alimentazione delle lattifere, la sua consistenza semidura diventerà dura e a volte friabile con la stagionatura. Una bella occhiatura di dimensioni fine o media regolarmente distribuita corona una pasta che dal colore bianco diventerà paglierino con il passare del tempo.

Gli aromi lattici, vegetali e, con il tempo anche speziati e animali, permettono al consumatore di degustare un formaggio che, vista la limitatissima produzione è la D.O.P. italiana meno prodotta, lo si trova solo in Valle d’Aosta.

E’ quindi un invito, a chi si recherà durante la giunta estate, sui monti della regione italiana che ospita le più alte vette d’Europa, ad uscire dagli schemi e cercare questo eccellente formaggio dal nome e dagli aromi antichi.

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