Sei in > formaggio.it > Michele Grassi > Morire per un formaggio rumeno? No grazie
Allibito, sono allibito, decisamente arrabbiato e molto preoccupato. Quando parliamo di prodotti italiani li definiamo a ragion veduta buoni, spesso eccellenti ma soprattutto sicuri.
Poi parliamo di latte, nello specifico, ovvero di un prodotto di derivazione animale che da sempre viene utilizzato nel nostro Paese per fare i più buoni formaggi del mondo. Tanto buoni quanto sicuri.
E poi c’è il pastore che produce formaggio da generazioni, ma che dico, da secoli, formaggio che spesso dev’essere migliorato ma che non ha mai fatto morti.
E poi c’è il formaggio artigianale che subisce i Giusti controlli dalla nostre Asl tanto che a volte il produttore lamenta eccessi nella pignoleria degli addetti alla sanità, e va bene anche questo.
E poi c’è l’industria italiana lattiero casearia, vedete quanti aggettivi, che per evitare anche solo un raffreddore pastorizza due volte il latte prima della trasformazione.
E poi c’è il consumatore che mangia il formaggio, punto.
E qui il primo grave errore.
Il consumatore non deve acquistare il formaggio solo per mangiarlo ma per gustare un prodotto di eccellenza ITALIANO!
E poi c’è il formaggio rumeno, o polacco o di altre nazioni europee ma anche extraeuropee.
E qui il secondo errore che è un ORRORE.
Perché far entrare in Italia i formaggi esteri? Forse perché il nostro formaggio non è sufficiente? Balle!!!!
Il latte e più che sufficiente per fare formaggio se non avessero imposto con la violenza economica la chiusura di migliaia di stalle, buone stalle di buoni allevatori, se non avessero distrutto l’economia aziendale con le quote latte, se i nostri politici avessero conoscenza dei problemi dell’agricoltura italiana, se se se….
Ma sentire proprio in questi giorni che un bambino, in Toscana, è finito in ospedale in gravi condizioni perché ha mangiato formaggio della ditta bradet (lo scrivo tutto minuscolo perché non merita altro) e ora invece lo scrivo tutto maiuscolo per prendere bene visione di quale porcheria ha inviato in Italia, si BRADET, l’azienda che ha prodotto un formaggio a pasta molle contaminato da Escherichia coli e che ha determinato il caso del bambino della Sindrome Emolitico Uremica. Non ho parole, ma nello stesso tempo ne ho talmente tante che se non mi auto-stoppo continuo a scrivere per mesi.
Quando mi trovo a parlare con piccoli, medi o grandi produttori, mi soffermo sempre sul fattore igienico, che è determinante, essenziale, e vedo che questo piccante argomento è recepito tanto da determinare preoccupazione nel produttore.

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