Sei in > formaggio.it > News > Economy > L’Editoriale / Territorio e formaggi, vanno comunicati raccontando le loro storie

Puntando sui valori positivi e reali che ha e che il visitatore può toccare con mano. Così facendo, il turista stesso diventerà testimonial del tutto

di Giovanni Bertizzolo

Comunicare un formaggio, vuol dire anche comunicare un territorio. Il cammino è univoco. Uno trascina l’altro. Perché il territorio è a tutti gli effetti un brand. Giovanna Maggioni, dg Upa (Utenti pubblicità associati), l’organizzazione che riunisce le più importanti aziende industriali, commerciali e di servizi che investono in pubblicità e in comunicazione in Italia, lo sa bene quando dice che “bisogna comunicare il territorio come fosse un’impresa, puntando sui valori positivi e reali che ha e che il consumatore può effettivamente trovare quando lo visita, con la massima trasparenza. Il territorio può esso stesso essere artefice della propria storia, che è quella che oggi emoziona il consumatore. Ma deve farlo rendendo il consumatore partecipe di questa storia”.
E chi meglio di un formaggio tipico ha una storia, passata e recente, da raccontare?

Un territorio è uno spazio che lascia a tanti prodotti al suo interno la possibilità di esprimersi. Bisogna però puntare su quello che davvero c’è di positivo, senza “bluffare” o creare aspettative che poi non possono essere mantenute.
E’ deleterio, sotto questo aspetto, dire che un territorio è ricco di accoglienza, se poi non metto in grado il consumatore, quando arriva, di essere accolto in un determinato modo. Per un prodotto, metti un formaggio tipico del territorio, è la stessa cosa: non deve solo comunicare qualcosa, deve corrispondere alle esigenze che promette e soddisfare il consumatore.

Oggi i mezzi a disposizione consentono di fare al meglio tutto questo e in tempo reale, sempreché un servizio di wi-fi libero rientri nell’investimento…
La trasparenza è comunque alla base dell’operazione. E l’autenticità va abbinata alla creatività. Dobbiamo renderci conto una volta per tutte che l’Italia ha una varietà di destinazioni turistiche come nessun altro al mondo e il food (oltre al vino) è una delle prime motivazioni di viaggio, non solo per il turismo estero, ma anche per quello interno. Il tutto va coordinato, messo in sinergia, sfruttando al massimo le risorse (storiche, paesaggistiche, culturali e così via) di ogni territorio.
Perché il turista stesso, se convinto di quanto ha visto e gustato, può essere a sua volta testimonial del territorio e dei suoi prodotti. Senza dimenticare, infine, che l’Expo sarà una grande occasione per far portare i turisti nei territori agricoli d’Italia.

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