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Registrato presso la comunità Europea il 22 settembre 2017

di Michele Grassi

È bello sapere che in Italia la tradizione dei formaggi storici continua ad essere un’importante espressione della cultura, cultura casearia certo, ma anche cultura sociale e del lavoro dell’agro alimentare.

Da un po i formaggi italiani riconosciuti stanno numericamente crescendo a dimostrazione che in sede locale si stabiliscono regole consortili, di cooperazione tra uomini, allevatori e produttori che ‘tengono alla loro storia e alla storia dei loro prodotti e derivati”, del più interessante fra i prodotti di origine animale, il latte.

E se è vero che il latte è l’espressione dell’alimentazione dei mammiferi, è vero che il formaggio, suo nobile derivato, è l’espressione della fantasia dell’uomo che, da sempre, utilizza per proporre alle tavole degli italiani prodotti di eccellenza.

E, visto che l’Ossolano Dop può essere il frutto di un latte d’alpe, significa che nei luoghi di alta montagna si tende ancora a lavorare come una volta, non solo per perpetrare riti antichi ma per celebrare, con un latte d’eccellenza, il vero formaggio d’autore che ci concede sensazioni organolettiche di tutto rispetto.

L’Ossolano Dop ha forte connotazione storica, ha origini antiche fino dai “rapporti  tra le popolazioni originarie del luogo e quella dei Walser, che nei secoli giunsero dalla vicina Svizzera e si stabilirono nei territori ossolani, tanto da diventare una delle tre minoranze etniche del Piemonte (oltre ai Francoprovenzali e ai Valdesi). La popolazione Walser insediatasi nei territori montani ossolani ha sviluppato una tecnica casearia propria, in dipendenza anche delle particolari condizioni climatiche (precipitazioni abbondanti e temperature mai eccessivamente elevate), che prevede l’inserimento, nel processo produttivo, della fase di «semicottura», operazione necessaria per permettere un migliore spurgo del siero.”

Il formaggio è prodotto tutto l’anno da latte crudo intero di due o quattro munte consecutive.

L’Ossolano Dop, da latte intero di una o due mungiture consecutive, prodotto nei periodi estivi in alpeggio può riportare la menzione “d’Alpe” .

Il periodo minimo di stagionatura è di 60 giorni.

“Il territorio all’estremo nord della Regione Piemonte, sito tra Canton Vallese e Canton Ticino, tra Alpi Pennine e Alpi Lepontine è denominato Val d’Ossola. Corre da nord a sud per 70 km con una larghezza massima di circa 35; confina a sud con il Lago Maggiore da cui in pochi chilometri si giunge ai 4.600 metri sul livello del mare del gruppo Monte Rosa e di altre numerose vette che superano i 3.200 metri di altitudine.”

Un caloroso benvenuto all’Ossolano Dop, e un complimento a coloro che hanno, sicuramente, lavorato sodo affinché l’Italia potesse primeggiare non solo nell’Europa delle Dop ma in tutto il mondo.

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