Sei in > formaggio.it > News > Consumer > Obikà Mozzarella Bar diventa Obicà e progetta nuove aperture all’estero

Cambio d’insegna per valorizzare l’origine tutta italiana. Fatturato 2014 di 30 milioni. Protagonista sempre la Mozzarella di Bufala Campana Dop

Compie dieci anni Obicà Mozzarella Bar, la catena di ristorazione legata a doppio nodo a specialità casearie artigianali come la Mozzarella di Bufala Campana Dop e la Burrata pugliese, insieme ai presidi Slow Food. E da oggi perde la K finora in insegna (Obikà) per valorizzare l’origine tutta italiana dell’idea, un esempio di successo Made in Italy con fatturato 2014 di 20 milioni di euro solo in Italia, +20% sul 2013, nonostante la crisi, e di 30 milioni di euro complessivamente. Nei 21 locali sparsi tra Roma, Milano, Firenze, Palermo, Londra, New York, Dubai e il Giappone ”più di 440 i dipendenti occupati, e una prospettiva di almeno 8 nuove aperture tra il 2015 e il 2016” annuncia il fondatore e presidente Silvio Ursini.

”La nostra non è una cucina di chef – sottolinea il Ceo di Obikà Group, il calabrese Domenico Mazzeo – ma di prodotto. La Mozzarella di Bufala Campana Dop, declinata in tutte le sue varianti, da quella più leggera a quella affumicata, è sempre “mozzata” a mano con sapienza artigianale. Come dimostra il treccione da 10 Kg realizzato dai casari per l’anniversario. Da un paio di anni proponiamo anche la pizza, che ha dato una bella spinta al nostro successo in Italia e nel mondo. Non nascondiamo l’orgoglio di essere una catena, pionieri di una formula che locale dopo locale assicura lo stesso livello di qualità ma mai un servizio standard. Serviamo – precisa Mazzeo – un milione di pasti l’anno solo in Italia. Non un fast food, ma alta qualità diffusa, che valorizza i nostri partner, dal pastificio di Gragnano ai pescatori di alici di Cetara. Ci sentiamo parte di un progetto che fa emergere un’Italia di qualità, purtroppo poco conosciuta, in contesti internazionali. Questo mese lo special a tavola è il Capicollo Azze Anca Grecanico, presidio Slow Food della Calabria da abbinare al Cirò rosso o una birra artigianale. Mentre a Londra, me ne stupisco anche da calabrese, la pizza più richiesta è quella con stracciatella e nduja, tipicità nostrane di grande appeal nel mondo”.

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