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Il burro torna a far parlare di sé

di Fernando Marzillo

Abituati come siamo stati in passato a considerare e trattare questo prezioso derivato del latte, come il peggiore dei nemici alimentari, oggi ci sorprendiamo che il suo prezzo in ambito europeo sia nell’ultimo anno più che raddoppiato schizzando dai 2.400 €/tonnellata, agli attuali 5.250€.

E il verbo spero renda chiaro il concetto dell’impennata di prezzo che ha subìto: il suo valore è schizzato verso l’alto così come schizzano verso l’alto nel formaggio schizz , (da cui il nome) le goccioline di grasso durante la cottura in padella .

Crescono i consumi in Italia, Europa e a livello mondiale, mentre contestualmente si riducono le scorte. Questo andamento nei consumi e nei prezzi non è da considerarsi estemporaneo, né tantomeno casuale, ma è figlio di politiche mirate e scelte individuali.

In parte e già in passato, i produttori hanno preferito trasferire la materia grassa del latte nel formaggio perché più remunerativa rispetto alle quotazioni del burro.

Poi le politiche comunitarie passate ma anche recenti come quelle dell’anno trascorso (recepite prevalentemente nel nord Europa) tese a contrastare il calo del prezzo del latte. Prevedendo un contributo di 14 centesimi per litro di latte non prodotto hanno di fatto ridotto l’offerta della materia prima sui mercati.

Infine, ma non per questo meno importante, ha inciso l’abbandono crescente di un numero sempre maggiore di consumatori dall’utilizzo dell’olio di palma tanto da sollecitare l’industria alimentare a riconvertire molte ricette in favore del più tradizionale burro. Le importazioni di olio di palma per uso alimentare in Italia sono infatti calate del 41 % nei primi due mesi del 2017.

Da questa analisi appare chiara la sofferenza dell’industria dolciaria che si tradurrà inevitabilmente in una lievitazione dei prezzi di merendine e biscotti.

D’altro canto sorridono gli allevatori perché il prezzo del latte sembra avviato ad aumentare, come ugualmente sorridono consorzi ed imprese di trasformazione lattiero casearie che attendono con fiducia i prossimi bilanci.

Anche il fondatore di Slow Food Petrini, interpreta positivamente il fenomeno come un segnale di maggior consapevolezza dei consumatori verso prodotti di qualità.

Cosa aspettarsi per il prossimo futuro? Aumenti troppo repentini nei prezzi non sempre sono da considerarsi stabili e duraturi, tuttavia una giusta crescita del valore gratificherebbe giustamente chi produce con passione.

Ma chissà che, per il prossimo fantasioso futuro il burro non possa rivestire la stessa funzione che ebbero le spezie in epoca tardo medioevale e cioè rappresentare una funzione sociale ovvero uno status symbol . Beni acquistati non solo per il loro valore intrinseco, ma soprattutto per il fatto di essere costosi e cari così da poterli chiamare non più panetti di burro, ma lingotti di burro.

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