Sei in > formaggio.it > News > Consumer > L’etichetta col semaforo penalizza i nostri formaggi e non viene capita

Gli stessi inglesi fanno confusione con i colori e i loro significati. Stravolte le diete bilanciate. I prodotti naturali restano i più danneggiati

L’etichettatura a “semaforo” continua far discutere. Il sistema in vigore dal giugno del 2013 nel Regno Unito, che utilizza i colori verde, rosso e giallo per fornire informazioni sul prodotto distinguendo i cibi in base al loro contenuto di zuccheri e grassi, senza considerare però l’insieme della dieta, è da tempo oggetto di pesanti critiche da parte dei Paesi mediterranei.
Alcune specialità come i formaggi, l’olio extra vergine e i salumi italiani, infatti, vengono pesantemente penalizzate da questo sistema di etichettatura fin troppo semplicistico e già messo in discussione dagli inglesi stessi. Questi, infatti, vanno in confusione di fronte alle nuove etichette. Un sondaggio realizzato da You Gov per il Chartered Institute of Marketing rileva che la maggior parte degli inglesi dice che ha capito benissimo come funziona l’etichetta a semaforo. Peccato che poi si smentiscano da soli.
Il 67% è infatti convinto che i prodotti che hanno tre bollini rossi vanno evitati totalmente, quando non esiste alcuna indicazione che sostenga questa tesi. Il 37%, invece, pensa che può essere consumato un solo prodotto al giorno contrassegnato col bollino rosso. E, soprattutto, oltre il 50% afferma che se si mangiano solo prodotti con bollini verdi si ha una buona dieta. 
A essere penalizzati, quindi, sarebbero i prodotti “naturali”, come il formaggio e l’extra vergine, ma non quelli “industriali”, come i pop corn o gli alimenti poveri di grassi, però ricchi di conservanti. Un paradosso contro cui si schiera anche Clare Cheney, direttore generale della Provision Trade Federation: “Questo sistema porterà i consumatori a evitare del tutto prodotti come formaggio, latte, salsicce e bacon, che invece, secondo la stessa sanità inglese, fanno parte di una dieta bilanciata”.
L’Italia, capofila della protesta portata avanti da ben 17 Paesi contro l’etichettatura a semaforo, a suo tempo si è appellata all’art. 35 del regolamento Ue 1169/2011, il quale prevede che ogni sistema di etichettatura addizionale debba essere obiettivo, non discriminatorio e non debba creare ostacoli alla libera circolazione dei prodotti. 

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