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Immaginiamoci un futuro dove, all’irrinunciabile aperitivo a base di spritz e salatini, compariranno calici di latte e piatti di selezionati formaggi

di Fernando Marzillo

Il tema riguardante il consumo di latte, divide da sempre l’opinione pubblica in due opposti schieramenti: quelli che non possono farne a meno, e quelli che invece per svariati motivi, non ultimi quelli etici si rifiutano di consumarlo.

L’occasione per riparlare di questo alimento, è legata anche alla presunta capacità della lattoferrina di contrastare i pericolosi effetti che il Covid-19 arreca alla salute umana. L’importante ricerca in questo senso svolta in parallelo dalle università Tor Vergata e la Sapienza di Roma, ha avuto origine da una intuizione della ricercatrice Elena Campione, secondo la quale i bambini affetti dalla malattia, presentano sintomi decisamente più lievi rispetto a quelli che si manifestano nelle persone adulte. Il sistema di difesa dei bambini infatti, risponde rapidamente alle infezioni grazie all’immunità innata anche detta ereditaria. In questo senso una sua proteina, la lattoferrina, già presente nel latte materno, sarebbe in grado di contenere gli effetti del Covid-19 esercitando il ruolo di antagonista rispetto al virus sequestrandone il ferro necessario allo sviluppo ed impedendone il passaggio nelle cellule della mucosa respiratoria.

La corsa all’accaparramento degli integratori alimentari che la contengono e l’interesse collettivo generatosi, sono stati solo in parte ridimensionati dopo le recenti dichiarazioni del virologo Roberto Burioni il quale rispondendo via Twitter alle molte richieste in merito, ha affermato che non esiste nessuna evidenza clinica che indichi l’utilità della lattoferrina nel prevenire il Covid-19.

Quello che si può aggiungere alla cronaca, è comunque l’importanza di approfondire la ricerca affinché si possano ottenere dati statistici maggiormente significativi. Benché allo stato attuale la lattoferrina non può sconfiggere il virus, è necessario comprendere quanto questa sia in grado di creargli un ambiente poco ospitale.

Prendendo spunto da queste considerazioni, mi piace porre all’attenzione del lettore che nel latte, e in generale nei prodotti lattiero caseari, sono presenti altri componenti di assoluta rilevanza per la salute umana verso i quali solo recentemente gli studi scientifici si sono interessati. Mi riferisco in particolar modo ai peptidi bioattivi, cioè frammenti proteici derivanti dalla caseina e dalle proteine del siero. Strutturalmente sono costituiti da un numero ridotto di aminoacidi, i quali staccandosi dalla catena principale (a seguito dei processi digestivi a carico del latte, o conseguenti ai processi di natura enzimatica che avvengono durante la stagionatura dei formaggi), diventano molecole biologicamente attive in grado di svolgere funzioni importanti dall’effetto benefico sulla salute umana. Pur non potendo essere considerati come veri e propri Elisir di giovinezza, la loro semplice omologazione a sostanze corroboranti è certamente riduttiva.

Bio-peptidi di derivazione caseinica sembra possano inibire la crescita di cellule cancerogene e stimolare l’attività di quelle immunitarie. Nello specifico, dalla frazione K se ne originano alcuni ad azione antitrombotica, dai frammenti dell’αs caseina quelli ad azione antiossidante ed antipertensiva e dalla β-caseina certuni ad attività oppioide probabilmente responsabili nel favorire il sonno dei neonati dopo la poppata. Altri bio-peptidi sono stati isolati nelle sieroproteine tra i quali spicca quello derivante dalla lattoferrina pocanzi menzionata, che come la lattoperossidasi, il lisozima e le immunoglobuline, ovvero le proteine cosiddette minori, svolge un’azione antimicrobica causando la morte delle cellule batteriche.

A seguito di questa riflessione il mio augurio sincero va a tutti coloro che attraverso la ricerca o in corsia negli ospedali, si spendono per debellare la malattia; dopo di che, se la lattoferrina direttamente od indirettamente, apporterà il suo contributo non potremo che gioirne. Infine, senza voler sottovalutare la gravità della situazione, mi piace anche sdrammatizzarla immaginandomi a tal riguardo un futuro dove all’irrinunciabile aperitivo a base di spritz e salatini, compariranno calici di latte e piatti di selezionati formaggi.

 

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