Sei in > formaggio.it > News > Il formaggio nell’arte contemporanea: la perdita di un legame millenario!?

Osservando in modo superficiale l’arte contemporanea dal suo nascere, approssimativamente dal periodo post-impressionista, fino ai nostri giorni, verrebbe da pensare che a dispetto di molti altri alimenti i formaggi non destano più la curiosità degli artisti. Potrebbe sembrare che il desiderio di documentare i processi della sua lavorazione o l’enorme diversità delle forme e tipologie si siano esaurite con gli ultimi impessionisti, non è così. I formaggi partecipano ancora oggi all’indagine che l’arte continuamente fa, nel bene e nel male, di tutto ciò che la circonda. Sono interessanti a mio parere due aspetti di questi alimenti e che possono (e vengono di fatto) analizzati: le forme e le caratteristiche riconducibili ai sensi, soprattutto il tatto.

La prima si concretizza nel progetto iniziato nel 2010 dall’artista Nicolas Boulard dal titolo “Specific cheeses”, e si è concluso alla fine del 2014 con un grande evento a Parigi. Il progetto è partito e si è evoluto dal concetto che il formaggio e le forme d’arte possono aver origine da un progetto condiviso, una sorta di legame insomma, che conferma l’inesistenza delle barriere culturali che troppo spesso l’uomo tende ad erigere in ogni campo dell’esistenza, in particolar modo il sapere.

A conferma di ciò, l’artista ha voluto coinvolgere un imprenditore nel settore lattiero-caseario per realizzare un esperimento in cui i formaggi appena prodotti non venivano inseriti nelle solite forme ma in calchi forgiati da diversi artisti. Il risultato? Uno straordinario gioco di forme e volumi che ha voluto annullare le diversità ed affermare che la cultura può ed anzi, deve, inglobare tutti gli aspetti della vita umana, senza distinzioni.

Per quanto riguarda il secondo aspetto per poterlo capire meglio devo fare una breve riflessione. Per secoli gli uomini hanno voluto rappresentare e soprattutto analizzare la natura in tutte le sue forme, il risultato di questo desiderio sono la nascita di diverse tipologie di trattati, tutti finalizzati ad analizzare alcuni campi del sapere umano. La natura è sempre stata un soggetto privilegiato in questo senso, libri e raccolte botaniche hanno da sempre cercato di far luce sui molti aspetti del mondo vegetale.

A partire dal Settecento si diffuse anche l’arte di riprodurre i frutti attraverso la cera, un modo diverso ma valido per svolgere il compito sopracitato. A distanza di secoli, affascinata da questa tecnica, l’artista Paola Nizzoli ha elaborato e modernizato questa particolare arte. Attraverso i propri lavori con la cera (l’immagine presente in questo articolo ne è un esempio), ha reso realmente materica e soprattutto tattile l’esperienza conoscitiva del cibo inoltre, mediante l’uso di molte sostanze, riesce a riprodurre in modo perfetto le sensazioni visive ma soprattutto tattili che possono offrire gli alimenti ai loro scopritori, ma anche più sempliccemente a noi, ogni giorno.

Al tempo stesso, ricongiungendosi idealmente all’arte passata, vi è anche la volontà di educare e fornire informazioni e non solo trasmettere sensazioni e quindi esperienze. Ciò avviene per l’artista in particolar modo per la creazione della piramide alimentare per la mostra sul cibo tenutasi a Brescia in occasione dell’Expo. Immancabile la presenza all’interno della piramide dei formaggi. Al di là dell’aspetto educativo, tale rappresentazione ha permesso di fare esperienza in forme e tipologie casearie assai diverse tra loro per lavorazione, tipologia cultura, fornendo quindi anche un documento visivo e tattile di un grande patrimonio caseario.

Oltre a ciò significativo è anche il desiderio di evocare e stabilire ideali connessioni artistiche tra passato e presente, che divengono realtà nella ricotta presente nell’allestimento creata su modello della ricotta del quadro “I mangiaricotta” di Vincenzo Campi (1585 circa), anch’esso presente nella mostra. Si è originata così una connessione non solo artistica ma anche culturale che ha unito, attraverso modi rappresentativi diversi, il passato e il presente dei formaggi, stabilendo una continuità culturale ed artistica che è ben lungi dall’essere esaurita.

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