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Il Farindola è un formaggio pecorino il cui rigido disciplinare di produzione prevede l’impiego del caglio di suino

di Fernando Marzillo

A volte basta una sola lettera dell’alfabeto per trasformare un pregiato taglio di carne in uno squisito formaggio.

La Fesa e la Feta ne sono solo un esempio.

Due cibi che nulla condividono e che per la presenza di una diversa consonante, vedono profondamente cambiato il loro destino.

Più curiosa e forse ai più non conosciuta, è invece la vocale che trasforma una danza popolare francese Farandola, in un formaggio che prende il nome dall’omonimo comune in provincia di Pescara: il Farindola P.A.T.

La Farandola è una marcia di origine ottocentesca scritta da uno dei più grandi musicisti francesi Georges Bizet ricordato sopratutto per la sua opera più prestigiosa: la Carmen.

Questo ballo popolare francese, rappresenta un gioiello di invenzione melodica ed eleganza in grado di offrire allo spettatore, prima l’alternanza in “purezza” tra il tema musicale classico/regale, e quello più tipicamente popolare alsaziano, successivamente i due temi fondendosi insieme, concedono un “abbinamento” perfetto conferendo al brano un aspetto armonioso, coinvolgente e festoso.

L’intensità di emozioni che suscitano, tanto assomigliano a quelle che sperimentiamo quando degustiamo un formaggio, in un primo momento singolarmente, quindi in abbinamento: ora col vino, talvolta con la birra, spesso con il miele e marmellate.

Il Farindola P.A.T. è un formaggio pecorino il cui rigido disciplinare di produzione prevede l’impiego del caglio di suino al posto di quello bovino/ovino/caprino (caso unico in Italia e forse nel mondo), che lo rende uno dei prodotti identificativi della terra abruzzese insieme alla consuetudine tipica locale che ha da sempre declinato al femminile la tecnologia produttiva.

Spettava infatti alle donne, mentre gli uomini si dedicavano alla transumanza, occuparsi della produzione del formaggio.

Spesso ancor oggi le forme riportano sull’etichetta il nome della donna casara, secondo le antiche tecniche tramandate di madre in figlia.

La lavorazione a latte crudo, l’impiego del caglio di suino, in alcuni casi l’utilizzo del fuoco a legna e la stagionatura in ambienti naturali (grotte o cantine) che può protrarsi fino all’anno, conferiscono al formaggio dalla forma cilindrica improntata delle tradizionali fuscelle di giunco, odori intensi e una leggera piccantezza che evoca abbinamenti con vini rossi corposi e persistenti.

 

La musica (ovvero l’arte di produrre suoni), e il formaggio (ovvero l’arte di trasformare il latte), pur così diversi, tanto si somigliano per le emozioni che in generale sono in grado di trasmettere, emozioni che nella Farandola e nel Farindola corrono quasi all’unisono sospinte da un identico nome… se non fosse per quella vocale.

 

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