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Venerdì 15 giugno scriviamo “malga” in google e facciamone oggetto di ricerca. 

 

di Michele Grassi

Certo è che la stagione fino ad oggi non è stato molto propizia, la neve è ancora presente alle alte quote oltre i 2200 metri, naturalmente nelle zone d’ombra.

È già da un po’ che gli allevatori si dedicano alla preparazione di ciò che serve durante l’estate. In particolare si sono già attivati per le modifiche strutturali, quando ve n’è la necessità, e tecnologiche, soprattutto quando il malgaro è nuovo all’affidamento dell’alpe e malga.

Per chi non fosse molto edotto del tema che vado a trattare, la malga è un insieme di strutture fra le quali la stalla, la casa del “malgaro” e l’eventuale latteria, ovvero l’ambiente dove si può trasformare il latte, e naturalmente il pascolo che nel caso specifico è meglio definire alpeggio.

Può apparire inopportuno quello che ho sopra descritto, si potrebbe pensare che tutti sanno cos’è una malga.

Non è così, per lo meno non è scontata la conoscenza di quest’importante realtà che riguarda gli alpeggi del Nord, alpini e prealpini.

Mi capita infatti che, soprattutto al Sud, parlando di malga anche negli ambienti caseari, il più delle persone mi chiede informazioni e chiarimenti a riguardo appunto delle malghe e ancora più spesso vedo, nell’interlocutore, una sorta di curiosità mista a incredulità a quanto vado spiegando.

Ma di malga, in senso generale non si parla poi così tanto. Pare infatti che solo nei mesi estivi e in particolare nel mese di agosto vi sia un’impennata, si fa per dire, delle discussioni su tale termine.

Proprio nel web, ormai unico mezzo che consente di discutere e approfondire certe tematiche, osservando una delle fonti più attendibili, quella di Google Trends, notiamo che il grafico esplode, si impenna, solo nelle giornate comprese fra il 13 e 19 agosto (2017) per poi picchiare in basso in modo vertiginoso quasi fosse la discesa a corda doppia di una parete rocciosa.

L’interesse, così lo definisce Google, è davvero basso nei mesi che seguono l’agosto 2017 fino a oggi, anto da sembrare proprio che nessuno si preoccupi dell’esistenza delle malghe.

Evidentemente l’interesse per le malghe cresce solo nel periodo delle vacanze estive durante le quali il turista, sale agli alpeggi per cercare refrigerio e chissà, prodotti caseari, dopo aver fatto ricerche nel web.

Se analizziamo l’interesse di Google regione per regione, la stragrande maggioranza viene proprio da un territorio ricco di malghe ma anche capace di promuoverle, ovvero il Trentino-Alto Adige. Guarda un po’.

Seguito, comunque a grande distanza, dal Veneto, guarda un po’ ancora.

E davvero lontani, in tutti i sensi, sono i territori regionali di Abruzzo, Sardegna, Puglia, Campania, Calabria e Sicilia, dai quali proprio non emerge alcun interesse per le malghe.

Al contrario effettuando analoga ricerca relativa a “Masseria”, una realtà pugliese, l’interesse risulta ben maggiore che per malga da parte delle regioni del Nord.

Una realtà di poco interesse, la malga?

Mi auguro di no, o meglio mi auguro che queste realtà dell’agricoltura “estrema”  possano emergere sia come presenza attiva degli alpeggi, sia come considerazione e interesse da parte non solo del turista ma del semplice curioso, dell’appassionato di montagna, del consumatore.

Inutile dire che il duro lavoro del malgaro consente una manutenzione del territorio che migliora non solo l’aspetto naturale dei luoghi ma la sua stabilità morfologica, l’assetto dei vegetali presenti, il controllo delle zone boschive, il mantenimento delle essenze erbacee spontanee, peraltro importanti per la selezione diretta degli animali al pascolo, e non di meno del mantenimento delle strutture di fabbricati che, mancando l’azione del malgaro, sarebbero destinate all’abbandono con evidenti conseguenze.

Parlare di malga quindi aiuta.

Aiuta a non dimenticare.

Aiuta a conoscere, anche al di fuori delle zone in cui queste realtà sono inserite, una del tutto particolare ambientazione dell’allevamento che non è solo uno sbocco economico (in malga non ci si arricchisce certamente) ma è un calarsi nella natura incontaminata per migliorare e mantenere la salute degli animali e salvaguardare la montagna.

Non può esister montagna senza alpeggi.

Facciamolo insieme, venerdì 15 giugno scriviamo “malga” in google e facciamone oggetto di ricerca. 

Vediamo se riusciamo a far crescere l’interesse e a far scattare il famoso picco ascendente.

Vi farò sapere.

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