Classifica Qualivita sulle performance delle nostre Dop-Igp-Stg: trionfano i formaggi
Successo del Grana Padano, seguito dal Parmigiano Reggiano. Nei primi 15 anche Pecorino Romano, Gorgonzola, Mozzarella di Bufala Campana e Taleggio
Non c’è che dire, il sistema italiano dei prodotti agroalimentari a denominazione protetta gode di un ottimo stato di salute. L’export, ancora in crescita sostenuta, resta tuttavia l’unico elemento trainante. Continua invece a drenare il fatturato nel mercato interno, anche se i consumi stanno tenendo e andranno gradualmente a stabilizzarsi. I volumi si sono attestati su 1,27 milioni di tonnellate, di cui oltre un terzo esportato per un valore pari a circa 2,4 miliardi di euro in progressione del 5% e il fatturato alla produzione ha raggiunto i 6,6 miliardi di euro e al consumo circa 13 miliardi (anno produzione 2013).
A dirlo è il Rapporto 2014 sulle produzioni agroalimentari italiane Dop-Igp-Stg stilato dalla fondazione Qualivita, in collaborazione con Ismea, che misura le performance economiche dei 269 prodotti tipici di casa nostra.
“L’incremento del 5% delle vendite all’estero – spiega Ezio Castiglione, presidente di Ismea – conferma il successo del brand Italia oltre confine, dove gli spazi di crescita restano ampi e incoraggianti. Sfruttare i potenziali significa però agire con maggiore determinazione sulle leve aziendali, in particolare sulla competitività, in un mercato reso nel frattempo più trasparente dal Pacchetto Qualità che, con la protezione “ex officio”, impone agli stati Ue la tutela delle denominazioni d’origine contro i falsi. Cruciale sarà anche l’esito dei negoziati nell’ambito dell’accordo bilaterale con gli Usa. L’inserimento della tutela dei marchi di origine tra i punti fondamentali della trattativa rappresenta un importante passo in avanti, bisognerà adesso tradurlo nei testi attuativi”.
Ma quali sono i 15 prodotti top dell’Italia delle denominazioni? Trionfano i due formaggi in assoluto più conosciuti e consumati: primo il Grana Padano, secondo il Parmigiano Reggiano. Ma si fanno strada un po’ tutti i nostri formaggi più blasonati.
Ecco in dettaglio la classifica
1° – Grana Padano Dop
2° – Parmigiano Reggiano Dop
3° – Mela Alto Adige Igp.
4° pari merito
Prosciutto di Parma Dop
Pecorino Romano Dop
6° – Aceto Balsamico di Modena Igp
7° – Gorgonzola Dop
8° – Mozzarella di Bufala Campana Dop
9° – Speck Alto Adige Igp
10° – Mela Val di Non Dop
11° – Prosciutto di San Daniele Dop
12° – Mortadella Bologna Igp
13° – Bresaola della Valtellina Igp
14° – Taleggio Dop
15° – Toscano Igp
Com’è redatta la classifica
La classifica è contenuta nell’edizione 2014 del “Rapporto sulle produzioni agroalimentari italiane Dop, Igp e Stg” redatto da Fondazione Qualivita e Ismea. Con questa classifica, la Fondazione Qualivita intende mettere in luce quelle Denominazioni che hanno mostrato una buona capacità di performance complessiva, con il solo intento di creare dei “campioni” che le altre produzioni possano, mutatis mutandis, prendere a modello per il futuro e per fornire uno stimolo ai “campioni” stessi, affinché proseguano lungo la via dell’innovazione. La Classifica Qualivita si basa su una metodologia consolidata e utilizzata nella messa a punto di “classifiche” o “benchmark”. La posizione di ciascuna produzione nella graduatoria finale scaturisce dalla media aritmetica delle posizioni ottenute in altre singole graduatorie. Per la Classifica Qualivita le variabili scelte per le singole graduatorie sono: fatturato alla produzione sul mercato nazionale; fatturato al consumo sul mercato nazionale; fatturato da export; quantità esportata. Per ciascuna variabile, è stata dunque creata una graduatoria che va da 1 a n prodotti, dove 1 è stato assegnato al best product per quella variabile e così via. Nel caso di prodotti con stessa posizione in graduatoria, ad esempio 4 prodotti in terza posizione, il rank di queste produzioni è stato posto come 3, per poi ripartire dalla posizione settima. La classifica finale promana dalla media aritmetica semplice dei rank così ottenuti. Si è deciso di non effettuare ponderazioni.