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La crisi del latte ai minimi storici ma tendenzialmente al rialzo, speriamo. E il formaggio?

Siamo giunti al termine del 2016, un anno bisestile che ha visto molte variabili in relazione al latte alimentare e al formaggio. Si sa che i prodotti caseari seguono una logica propria, che spesso non ha nulla a che fare con l’andamento economico del Paese, ma che, viceversa, tendono a influenzare i prezzi medi degli alimenti. Vediamo quindi nel 2016 un rimbalzo continuo del pezzo del latte tanto da condizionare la vitalità degli allevamenti, soprattutto quelli di medie e piccole dimensioni.

Il 2016 vede quindi un crollo del prezzo del latte che giunge ai minimi storici equiparandosi a quello di ben 10 anni fa, il 2007, anno che però vide un buon aumento già dal 2008 per poi crollare piuttosto rapidamente e solidamente nel 2009. Da allora il latte continua debolmente ad aumentare fino al 2013 che vede per la prima volta il prezzo superare la soglia dei 40 centesimi.

Poi il 2014, anno del record, che porta il latte alla stalla al costo di 44,50 centesimi, per quell’epoca il giusto prezzo all’origine. Da allora un’ulteriore e rapido crollo che mette in ginocchio gli allevatori tanto da obbligare loro a rivedere, rammodernare o chiudere l’assetto aziendale. La stessa, più o meno, storia vale per i due formaggi a pasta grana, italiani, il Parmigiano reggiano e il Grana padano, tutti e due Dop che, influenzati dal mercato hanno subito crescite e crolli impensabili. Oggi, fortunatamente, il prezzo del Parmigiano non ha subito il crollo storico del 2005-2006, abbondantemente sotto la soglia di 8€/kg. ma nella seconda metà del 2015 era giunto a meno di 9 euro. Oggi, al termine del 2016, il prezzo del Parmigiano reggiano è tendenzialmente al rialzo, giunto a € 10,65/kg. ma pur sempre ai livelli del 2004. I picchi storici del 2011 sono ancora lontani.

Una politica quindi da rivedere, per consentire agli allevatori italiani di riprendere fiato, di ricominciare a lavorare senza la spada di Damocle sopra la testa. Ma è anche il momento di rivedere i piani aziendali, in conseguenza alla crisi economica ma anche alle nuove esigenze del consumatore, il quale cerca sempre di più prodotti di qualità ma, purtroppo, anche economicamente vantaggiosi.

E qui viene il bello della fantastica fantasia degli italiani il rivalutare anche i metodi di allevamento, implementare e migliorare l’alimentazione degli animali, per ottenere latte sempre più buono, sempre più adatto alla trasformazione casearia, sempre più adatto all’alimentazione dell’uomo. Formaggio.it vuole, con decisione, incoraggiare gli allevatori, i trasformatori, gli stagionato di formaggi, per una riabilitazione del latte sia a livello economico, salutistico e organolettico affinché avvenga, oggi e per il futuro, una distinzione ancora più evidente dei prodotti italiani rispetto a quelli del mondo intero.

Un augurio a tutti gli operatori del settore agro alimentare italiano, agli allevatori e ai casari affinché l’anno che sta per iniziare possa portare frutti positivi anche con la rivalutazione aziendale, con la produzione di latte qualitativamente superiore e naturalmente del formaggio, che non può mancare sulle tavole di tutti gli italiani.

Buon anno e buon formaggio.

 

immagine tratta da clal.it

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