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Quale più gradito regalo per la nascita di Gesù se non ciò che gli fu donato? Il formaggio

di Fernando Marzillo

Acquistare un regalo per le festività natalizie può apparire una cosa scontata e banale, ma quando la perplessità per una scelta incerta ci pervade, non facciamoci prendere dall’agitazione, ma orientiamoci con fiducia verso un prodotto alimentare, meglio se di natura casearia.

Al formaggio non si può mai dire di no! Tanti sono i motivi che mi inducono a pensarlo. Al bando per una volta quelli scientifici, ne citerò alcuni curiosi ed uno storico per dimostrare che, la vita senza formaggio avrebbe un altro sapore, e per dare prova che a Natale, un dono di tipo caseario ha comunque un suo perché.

Ve la immaginereste una pizza o le melanzane alla parmigiana senza la filante mozzarella?

Mangereste forse una piadina con la sola rucola? Oppure gli spaghetti all’amatriciana senza il pecorino?

Cosa ne sarebbe di una minestra di fagioli senza le croste ammorbidite nel brodo? Oppure di un risotto senza i quattro formaggi?

Diremo addio ai formaggi alla piastra, dalle nostre tavole sarebbero estromesse le formaggere ed i dedicati taglieri, mentre le cheesecake rimarrebbero solo un dolce ricordo.

I bambini amanti della pasta a loro dire in bianco, storcerebbero il naso davanti ad un piatto non condito con burro e grana.

Perfino le cime delle montagne che adornano il presepe, senza una spolverata di fine formaggio grattugiato, apparirebbero brulle ed aride, al pari di una cornice povera in un quadro di inestimabile valore.

Ma il 25 Dicembre di 2000 anni, fa alla grotta giunsero i pastori per adorare Gesù Bambino.

E cos’altro se non le cose a loro più care avrebbero potuto donare ai due giovani sposi? Formaggio e pane, divenuti nell’occasione, il primo autentico pranzo di Natale.

E così sia.

A tutti un Buon Santo Natale.

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