L'ambasciatore del formaggio italiano nel mondo
Formaggio grasso, fresco o di media o lunga stagionatura, a pasta semidura o dura.
Prodotto in Campania con latte di pecora Laticauda, sinonimo di ampia coda. Può essere consumato fresco o stagionato. In quest’ultimo caso, assume aromi determinati dai pascoli spontanei del territorio.
Campania: province di Avellino, Benevento e Caserta.
Forma cilindrica a facce piane del diametro di 20 cm, lo scalzo è alto 4-8 cm, peso che varia da 1,5 a 2,5 kg.
Il nome deriva dal latino “lata cauda”, “ampia coda”, caratteristica ereditata dall'attuale razza di pecora Laticauda attraverso incroci di pecore esistenti nel territorio durante il periodo borbonico. Il formaggio proveniente dal latte di questa pecora era apprezzato già nel XIV secolo.
Pasta dura, Pasta semidura
Il latte appena munto viene opportunamente filtrato e riscaldato alla temperatura di 35-40°. La cagliata, presamica, ottenuta con caglio di agnello e pecora Laticauda, subisce una rottura in grani di piccole dimensioni. Dopo l’estrazione a mano, la pasta trova posto in fascere, dove viene pressata con le dita. La salatura è in salamoia.
Può essere consumato fresco, dopo 2 giorni, o dopo breve stagionatura (2 mesi) o media stagionatura (4 mesi). In questo periodo i formaggi vengono lavati con acqua e siero bollente. Nel momento in cui “sudano”, si effettua una cappatura con olio di oliva.
La crosta è dura, untuosa, di colore giallo intenso. La pasta è compatta, morbida nel formaggio fresco, dura, friabile, con micrograna nello stagionato, di colore bianco nel fresco, paglierino nello stagionato.
Formaggio grasso, fresco o di media o lunga stagionatura, a pasta semidura o dura.
Media o medio elevata.
Si consuma in purezza o accompagnato con pane casereccio. Predilige bianchi se fresco, rossi strutturati se stagionato.
Caratterizzato dalle erbe spontanee dei pascoli, tra le quali spicca il trifoglio ladino.