L'ambasciatore del formaggio italiano nel mondo
Latticino magro, fresco o di breve stagionatura, a pasta molle o semidura.
Dopo aver prodotto il Bitto D.O.P. il casaro continua il riscaldamento del siero per fare la ricotta. Questo tipico latticino è diverso. A differenza delle tradizionali ricotte che si consumano fresche, viene stagionato almeno 30 giorni.
Lombardia, province di Sondrio e Lecco.
Forma tronco conica oppure cilindrica, del diametro di 23 cm, altezza di 30 cm, peso di circa 4 kg.
È un latticino come la Ricotta. Nasce dalla ricottura del siero, che in questo caso è quello residuo della lavorazione del Bitto D.O.P.
Pasta molle, Pasta semidura
Il siero residuo della lavorazione del Bitto D.O.P. viene riscaldato alla temperatura di 65-70° e addizionato con latte di vacca e di capra ( 5-6% della massa). A 85-90° il siero viene acidificato e la ricotta affiorata si estrae e si pone negli appositi contenitori forati. Salatura a secco. Può essere affumicato.
Si consuma dopo 30 giorni di stagionatura.
Latticino privo di crosta, con pasta abbastanza secca, friabile, di colore bianco o avorio.
Latticino magro, fresco o di breve stagionatura, a pasta molle o semidura.
Bassa.
Latticino che, a fette, viene grigliato. Nella cucina tipica della Valtellina si usa grattugiarlo sui Pizzoccheri o per condire paste fresche. Si abbina a miele di castagno e a confetture di frutti di bosco.
Nelle valli del Bitto questo latticino, che non è un formaggio, rappresenta una variante interessante alla Ricotta, con la differenza sostanziale che viene stagionato e, a volte, anche affumicato.