L'ambasciatore del formaggio italiano nel mondo
Formaggio grasso, di breve e media stagionatura, a pasta semidura.
Prodotta da latte di pecora in transumanza. Matura per 40-50 giorni. Impiegato per farcire il “girello di vitello con la rucola”.
Lazio: province di Roma, Latina e Viterbo.
Forma cilindrica a facce piane del diametro di 15-30 cm e scalzo diritto o leggermente convesso, alto 7-8 cm. Il peso è di 1-3 kg.
Nasce dall’esigenza commerciale di avere un formaggio dalle caratteristiche sensoriali “diverse” da quelle, di elevata intensità, derivati dal latte di pecore in transumanza.
Pasta semidura
Il latte pastorizzato viene inoculato con fermenti lattici e, riscaldato alla temperatura di 36-39°, addizionato con caglio in pasta di agnello. La cagliata, presamica, subisce una rottura in due fasi alle dimensioni di un pisello o di una lenticchia. Dopo l’estrazione, la pasta trova posto nelle fuscelle. Messa in stufatura per 4-5 ore, poi riposa per 12-18 ore. Salatura in salamoia o a secco.
Avviene in 40-50 giorni.
La crosta è sottile, elastica, di colore paglierino. La pasta è morbida nella breve stagionatura, semidura nella media, il colore varia dal bianco al paglierino chiaro, con occhiatura rada di medie dimensioni.
Formaggio grasso, di breve e media stagionatura, a pasta semidura.
Bassa, medio bassa. Può diventare leggermente piccante.
È un formaggio da tavola che si accosta alle fave e viene usato anche come farcitura nella preparazione del “girello di vitello con la rucola”, dello “sformato di verdure” o per arricchire panini.
Quella laziale è una regione ricca di ovili e le pecore si alimentano prevalentemente nei pascoli ricchi di essenze. I formaggi da latte di pecora seguono la stagionalità delle lattifere.