Latte: più produzione, prezzo che continua a diminuire
Francia e Germania stanno spingendo, ma anche l’Italia non è da meno. Si rischia di superare il quantitativo di riferimento, con pesanti conseguenze
Il prezzo del latte alla stalla continua a diminuire. Sul mercato di Lodi, nel periodo 16-30 novembre, i contratti “spot” sono stati chiusi tra un minimo di 37,12 e un massimo di 38,66 centesimi al litro. A giugno il prezzo era di 42,40 centesimi al litro, mentre nel mese di novembre dell’anno scorso il latte era quotato mediamente 52,97 centesimi al litro.
Questo continuo ribasso del prezzo è conseguenza di un costante aumento della produzione di latte in tutta l’Ue, con Francia e Germania che stanno particolarmente spingendo. Anche in Italia gli allevatori hanno incrementato la produzione, non solo per effetto di un’estate piuttosto fresca che ha agevolato le rese. Se non vi sarà un’inversione di rotta da qui al 31 marzo 2015, chiusura della campagna e fine del regime delle quote, per il nostro Paese il rischio di superare il quantitativo di riferimento (11,1 milioni di tonnellate) è molto alto, con l’inevitabile superprelievo a carico degli splafonatori.
“Con la fine del regime delle quote – commenta Pierangelo Cumino, presidente della Sezione latte di Confagricoltura Piemonte – la disponibilità di latte in Europa è destinata a crescere ed è quindi necessario individuare forme alternative di controllo della produzione. Per quanto attiene al prezzo, nell’attuale contesto i poco più di 37 centesimi al litro pagati ai produttori sono ancora accettabili, seppure al limite della copertura dei costi”.