Agroalimentare “salvato” dall’export: +5,3%
Mentre le esportazioni italiane nel 2013 restano praticamente ferme rispetto all’anno precedente, registrando il peggior risultato dal 2009 (calo dello 0,1%), le vendite sui mercati stranieri dei prodotti agroalimentari continuano a crescere nonostante la crisi.
L’export dell’industria alimentare chiude l’anno con un incremento del 5,3% tendenziale. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, in merito ai dati diffusi dall’Istat.
“Si tratta di numeri importanti per il settore, soprattutto considerato l’andamento degli acquisti interni – spiega la Cia -.
Possiamo dire che nel 2013 proprio l’export “salva” i conti delle imprese agroalimentari che, solo grazie ai mercati esteri, riescono ad affrontare l’ennesimo anno di recessione e a compensare in parte il crollo dei consumi domestici, con il “taglio” del 4% della spesa per cibo e bevande.
Ma il trend delle esportazioni del comparto dimostra anche quanto l’agroalimentare nel suo insieme sia diventato strategico per il Paese, candidandosi a “traino” dell’economia nazionale – osserva la Cia -. E’ chiaro, però, che adesso bisogna continuare a lavorare per rafforzare le capacità di tutta la filiera agroalimentare di esportare e investire all’estero, soprattutto sui nuovi mercati. Basti pensare che nell’ultimo anno le spedizioni verso i Paesi extra-europei (+7,9%) hanno contribuito in misura superiore alla crescita dell’export rispetto a quelle dirette verso i Paesi Ue (+4,7%). Nello stesso tempo, è necessario intensificare la lotta all’agropirateria sui prodotti Made in Italy, che vale 60 miliardi di euro, di cui 24 in Europa, 26 in Nord America e 10 nel resto del mondo”.