L'ambasciatore del formaggio italiano nel mondo
Formaggio grasso, di breve o media stagionatura, a pasta semidura.
Sono ormai 80 anni che nel territorio della Val di Fiemme e delle valli Giudicarie le capre vengono allevate più o meno costantemente. Oggi gli allevatori hanno ripreso le antiche tradizioni di produrre latte e, con quello vaccino mescolato a quello di capra, viene fatto questo formaggio che recupera una notorietà persa.
Provincia di Trento, Val di Fiemme e Valli Giudicaria.
Forma cilindrica a facce piane del diametro di 28-35 cm, con scalzo alto 9-12 cm. Il peso è di 8-12 kg.
La capra ha sempre rappresentato uno dei pochi sostentamenti delle famiglie valligiane trentine. Attorno al 1930, però, si registrò un esubero di produzione di latte, tanto che venne impiegato anche per fare formaggi. Al contrario, dopo 30 anni si verificò un drastico calo di produzione che penalizzò i formaggi. Solo pochi anni fa gli allevamenti di capre sono aumentati, assicurando una minima produzione di questo prodotto.
Pasta semidura
Il latte vaccino e caprino, in percentuali uguali del 50%, termizzato o pastorizzato, viene inoculato con fermenti lattici e, alla temperatura di 34-36°, addizionato con caglio di capretto in pasta. La cagliata, presamica, subisce una rottura alle dimensioni di una nocciola, quindi viene semicotta a 43-44°. La pasta si deposita sul fondo della caldaia e lasciata in sosta per alcuni minuti. Dopo l’estrazione, trova posto nelle fascere, dove rimane per circa 4 ore. La salatura è in salamoia.
60 giorni.
La crosta è dura, liscia, di colore paglierino; la pasta è semidura, compatta, di colore bianco o paglierino. L'occhiatura è rada, di dimensione fine, irregolarmente distribuita.
Formaggio grasso, di breve o media stagionatura, a pasta semidura.
Medio bassa, media.
Formaggio da tavola.
Un articolo dell’Almanacco agrario del 1926 elogiava la situazione degli allevamenti di capra nella zona di origine di questo formaggio.