L'ambasciatore del formaggio italiano nel mondo
Formaggio semigrasso, di breve o media stagionatura, a pasta dura.
Austria, regioni alpine e Vorsáà e Maisáà, del Land austriaco Vorarlberg.
Forma cilindrica di 35 kg di peso.
Alcuni documenti attestano che il metodo di caseificazione alla base del processo di produzione del Vorarlberger Alpkáse risale addirittura al periodo della Guerra dei Trent'anni. Già nel XIIX secolo gran parte del latte d'alpeggio veniva trasformato in formaggio. Fu allora che si diffuse la denominazione Vorarlberger Alpkáse.
Pasta dura
Il latte crudo viene lavorato sul posto, senza trasporti e logistiche intermedie. Proviene da animali controllati e alimentati con foraggi freschi. Il latte della mungitura serale viene posto in piccoli recipienti (mastelli di legno o vasche) per consentire l'affioramento della panna. Il giorno successivo si procede manualmente alla scrematura e con la panna raccolta viene prodotto il burro d'alpeggio. Il latte, invece, maturato e scremato, si mescola col latte intero del mattino. Versato in caldaie di rame, viene addizionato con colture batteriche e caglio. Dopo la rottura della cagliata, si riscalda la pasta a una temperatura compresa tra 51,5 e 52,5°. L'estrazione avviene manualmente, con l'uso di un telo. Infine, la pressatura.
La durata minima è di 3 - 6 mesi. In questo periodo il formaggio viene trattato con salamoia, in modo da consentire la formazione della crosta.
La crosta è secca, ruvida, di colore paglierino o marrone con la stagionatura. La pasta può essere morbida oppure dura, a seconda della stagionatura, di color avorio o paglierino e presenta di norma occhiatura di media dimensione.
Formaggio semigrasso, di breve o media stagionatura, a pasta dura.
Media, può diventare piccante.
Gli alpeggi riconosciuti sono situati a quote comprese fra 1000 e 1800 metri.